Spesso in questi ultimi anni il passo dell’Italia nelle relazioni internazionali si è fatto incerto e qualche volta persino contraddittorio. Le posizioni assunte nel corso del tempo non hanno riguardato soltanto le forze di governo ma anche quelle di opposizione. Le relazioni multilaterali con Russia e Cina si sono fatte sempre più strette e di conseguenza il rapporto con i nostri partner tradizionali, ed in particolare con i Paesi europei, ha risentito di atteggiamenti altalenanti e non sempre chiari.
È per queste ragioni che come Centro Studi Occidentali accogliamo con grande favore l’intenzione espressa dal Presidente incaricato, Prof. Mario Draghi, di dare all’Italia una netta collocazione europea ed atlantica, così come nella tradizione delle nostre relazioni internazionali ed a beneficio del processo di integrazione europea da riprendere e favorire con ancora maggiore convinzione.
Temiamo, tuttavia, che l’incondizionato appoggio che le forze politiche stanno esprimendo in queste ore al Prof. Draghi, e che in alcuni frangenti potrebbe essere frutto di pur legittime scelte tattiche, possa di colpo subire flessioni nel corso dei prossimi mesi proprio in relazione ai temi più strettamente connessi al posizionamento internazionale dell’Italia ed alle conseguenti decisioni nell’ambito delle politiche industriali, commerciali ed energetiche.
Europeismo ed atlantismo, dunque, non possono diventare vestiti a buon mercato che si indossano all’occorrenza ed a questo scopo riteniamo di assoluta importanza l’avvio di una imponente e capillare operazione culturale finalizzata ad individuare chiaramente, nella storia e nella tradizione italiana, le ragioni umane, politiche e culturali per dirsi convintamente europeisti ed atlantisti, senza riserva alcuna.